30.000 anni fa: coesistenza di due specie umane?

 

 

Le tracce dell’ultimo Neanderthal conducono in Crimea? Dopo aver convissuto con l’Homo sapiens in Europa per almeno 6000 anni, il Neanderthal è scomparso. Sappiamo che vi fu un’ibridazione fra le due specie, il nostro DNA di uomini moderni contiene una percentuale di genoma neandertaliano. Sappiamo che entrambi – Neanderthal e Sapiens – erano grandi cacciatori, fruivano di notevole abilità artigianale e vivevano all’interno di clan ben organizzati. Ma quei 6000 di convivenza stretta rendono difficile dire quale delle due specie abbia raggiunto per prima i diversi traguardi culturali.

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Le ultime tracce del Neanderthal si perdono in Crimea, sul massiccio Ak-Kaya. Qui Neanderthal e Sapiens vissero insieme per un certo periodo, nelle stesse condizioni climatiche e ambientali. © Maximilian Dörrbecker CC BY-SA 2.5

 Generalmente si tende ad attribuire le innovazioni più impressionanti all’Homo sapiens, mentre il suo “cugino” Neanderthal viene considerato il parente meno presentabile, quello più rozzo e poco ispirato. Le splendide pitture delle grotte franco-iberiche, secondo le datazioni ufficiali, sono un prodotto del Sapiens europeo, il cosiddetto Cromagnon. Lo stesso vale per gli utilissimi propulsori, le cui incisioni sono spesso talmente belle, da farne vere e proprie opere d’arte. Le sepolture di Sapiens risalenti a circa 30.000 – 20.000 anni fa e talvolta accompagnate da lussuosi corredi funerari, hanno definitivamente suggellato la superiorità del Sapiens a dogma irreversibile.

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Le tracce dell’ultimo Neanderthal. Ricostruzione. Museo Neanderthal, Mettmann, Germania. Uomo di Neanderthal intento a lavorare delle pelli. © Reimund Schertzl

 Eppure ci sono alcuni punti poco chiari e contrastanti. Per esempio, numerose piccole sculture che risalgono a circa 40.000 anni fa e sono state scoperte in alcune grotte tedesche. Forse quando questi artefatti furono realizzati l’uomo di Neanderthal ancora popolava le caverne europee. Magari fu proprio lui l’ispiratore o addirittura il creatore dei piccoli capolavori. Altri reperti intriganti sono degli utensili per la lavorazione delle pelli che risalgono a tempi ancor più antichi e sicuramente appartenevano a individui della specie Neanderthal. In primo luogo i cosiddetti lissoir, i lisciatoi.

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 Questi utensili erano ricavati dalla costola di capriolo e servivano appunto a lisciare le pelli, a renderle più morbide, malleabili e impermeabili. Ebbene, la cosa stupefacente è che si tratta dei prototipi preistorici di attrezzi usati ancora oggi per la lavorazione artigianale delle pelli. Oggi, 50.000 anni dopo, gli utensili sono sempre gli stessi.

 L’attenzione dei ricercatori si è concentrata sui lisciatoi in seguito agli scavi operati in due siti archeologici della Francia meridionale: il riparo Abri Peyrony e quello di Pech-de-l’Azé. I luoghi, frequentati da Neandertaliani, hanno rivelato la presenza di tre lisciatoi di osso e quindi di una tecnologia che, fino a poco tempo fa, si credeva patrimonio esclusivo dell’Homo sapiens. L’archeologa Marie Soressi dell’Università di Leiden ha trovato il primo dei quattro utensili nel sito di Pech-de-l’Azé. La studiosa osserva:

 “Se i Neanderthal hanno sviluppato per primi questo tipo di utensili di osso, allora gli uomini anatomicamente moderni hanno derivato tale tecnologia da loro. Quando infatti i primi Sapiens popolarono l’Europa, questi portarono con sé esclusivamente utensili appuntiti e solo in un secondo tempo iniziarono a fabbricare i lisciatoi. E questo è il primo indizio che parla per un transfer culturale tra gli uomini di Neanderthal e i nostri progenitori.” (Vedi: “Neandertaler schufen die ersten Spezialwerkzeuge Europas aus Knochen” da: Archaeologie online, 15.08.2013)

 Ma alcuni ricercatori obiettano con una certa diffidenza: e se l’Homo sapiens fosse giunto in Europa in tempi ancora più remoti? In questo caso ci sarebbe da chiedersi se sia stato davvero il Neanderthal a insegnare questa tecnologia al Sapiens, oppure se il Sapiens abbia influenzato con le sue conoscenze superiori il comportamento del Neanderthal. Il risultato di tali osservazioni è sempre lo stesso. Insomma, proprio non si vuole concedere al Neanderthal nessun primato. Si preferisce essere prudenti e attendere altre scoperte che confermino la paternità dei reperti provenienti dai due ripari francesi.

 Eppure è evidente che i frammenti ossei dei lisciatoi, al ritrovamento, giacevano negli strati di scavo contenenti i tipici utensili di pietra dei Neanderthal, così come ossa degli animali da questi cacciati: renne, cavalli, bisonti. Inoltre è evidente che nei due ripari francesi non vi sono tracce del passaggio di individui della specie Homo sapiens. A ciò si aggiunge la datazione dei reperti in questione, che ha confermato la paternità neandertaliana: 50.000 anni fa. In questo periodo, secondo lo stato attuale di ricerca, l’Homo sapiens non era ancora giunto in Europa.

Neanderthal e Sapiens vissero insieme in Crimea

 L’uomo di Neanderthal, invece, popolava il Continente già da 200.000 anni. Si pensa che sia scomparso dalla scena europea intorno a 39.000 anni fa. Le sue ultime tracce ci conducono in Crimea, sul massiccio Ak-Kaya, costellato da grotte e ripari. In questa penisola ucraina del Mar Nero ai confini con la Russia le due specie Neanderthal e Sapiens vissero fianco a fianco per un lungo periodo. Un team di studiosi bavaresi, condotto dal professor Thorsten Uthmeier, ha seguito le tracce. In diversi siti sono stati portati alla luce utensili tipici, resti di selvaggina cacciata e focolari dell’uomo di Neanderthal.

 Ed ecco la sorpresa: i reperti della Crimea sono di circa 10.000 anni più “recenti” di tutti gli altri reperti di Neanderthal scoperti finora, risalirebbero quindi a ca. 30.000 anni fa. Dunque, allo stato attuale della ricerca,  questo territorio fu l’ultimo luogo di permanenza dell’uomo di Neanderthal prima dell’estinzione. Ma c’è dell’altro: gli archeologi hanno rinvenuto nei medesimi strati di scavo utensili appartenenti sia all’uomo di Neanderthal che all’Homo sapiens. Le due specie hanno vissuto in Crimea nello stesso periodo e forse anche… insieme.

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Museo Neanderthal, Mettmann. Ricostruzione cranio di uomo di Neanderthal. Sito di ritrovamento: Amud, Israele. © Reimund Schertzl

 Di conseguenza, se prima si era pensato che l’ibridazione fra le due specie fosse avvenuta nel Medio Oriente 60.000 anni fa, ora non si può escludere che sia avvenuta anche molto più tardi, in Crimea. Il professor Uthmeier è affascinato dall’idea che il Neanderthal possa essersi ritirato nella Crimea proprio come reazione al popolamento dell’Europa da parte dell’Homo sapiens. Abbiamo forse scoperto il suo ultimo rifugio?

 Allo studio del team del professor Uthmeier, focalizzato sul massiccio ucraino dell’Ak-Kaya e sui relativi reperti, partecipano altri studiosi di università tedesche, ucraine e svizzere. L’eccezionalità del giacimento paleolitico è data dall’occupazione del luogo da parte di entrambe le specie di ominidi nella stessa fascia temporale. Si tratta infatti di un’area limitata, in cui uomo di Neanderthal e Homo sapiens si sono trovati a dover affrontare gli stessi problemi nelle medesime condizioni climatiche e ambientali.

 Facendo parlare i reperti, è quindi possibile ricostruire il modus vivendi delle due specie in Crimea e forse trovare finalmente una risposta chiara e sufficientemente documentata alla misteriosa sparizione dell’uomo di Neanderthal. Forse si potrà sapere se il Neanderthal si estinse a causa dell’uso poco vantaggioso del suo habitat, se fu la concorrenza fra le due specie di ominidi a decretarne l’estinzione, oppure se la causa sia da ricercare in altri fattori fisici e/o sociali. Una sfida senza dubbio affascinante.

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