Quando Giovanni predicava e Gesù ascoltava

 

 

Giovanni Battista, figlio di Zaccaria ed Elisabetta: quando Gesù iniziò ad operare in pubblico, lui era già famoso da molto tempo. Nazoreo molto più celebre di Gesù, il Battista aveva scelto la via del deserto. Predicava sulle rive del Giordano, dove praticava il battesimo con l’acqua, soggiornava soprattutto nella località di Khirbet Mird, e la sua popolarità deve essere stata notevole.
Le folle accorrevano ad ascoltarlo, e dove si formano grandi assembramenti di fedeli intorno a un uomo carismatico le cui parole annunciano la fine del mondo, il pericolo di sommosse è grande. Per questo motivo il predicatore rappresentava un problema agli occhi di re Erode.
Contrariamente a quanto vorrebbe far credere la favola ingenua della bella Salomè, la decapitazione di Giovanni non fu nient’altro che una misura preventiva di Erode per evitare che i disordini politico-religiosi fomentati da Giovanni si diffondessero in tutto il Paese con grande disappunto degli occupanti romani. Lo storico Giuseppe Flavio lo dice con estrema chiarezza nella sua opera “Le antichità giudaiche”.
Gesù, al contrario, era inizialmente uno sconosciuto e per molte persone restò sconosciuto fin dopo la morte di Giovanni. Questo lo dicono gli stessi Vangeli canonici. Si presentò dinanzi a Giovanni sulla riva del Giordano e si lasciò battezzare da lui con l’obiettivo palese di divenire uno dei suoi discepoli.

Questo episodio, che più tardi sarebbe stato manipolato nei Vangeli canonici e raccontato con lo scopo di mettere in risalto la divinità di Gesù, inizialmente altro non era che una prassi normale nelle pratiche rituali di Giovanni. Gli evangelisti avrebbero potuto anche passare tutta la scena sotto silenzio. Se non l’hanno fatto, avevano delle buone ragioni.
L’episodio era ancora vivo nella memoria dei contemporanei e dunque non si poteva tacere. Tutti sapevano che Gesù all’inizio della sua carriera politico-religiosa era stato un seguace di Giovanni.

Veduta del fiume Giordano, David Roberts.

Veduta del fiume Giordano, David Roberts.

Così gli autori dei Vangeli canonici risolsero il dilemma in modo brillante e diplomatico: narrarono l’episodio del battesimo trasformandone però il messaggio finale. Da una cerimonia usuale e quotidiana il cui personaggio principale era Giovanni, il battesimo al Giordano divenne la coronazione della divinità di Gesù e della sua supremazia sul personaggio ancora troppo ingombrante del Battista.
Perché si voleva oscurare la figura del Battista? Probabilmente era esistito una sorta di vangelo di Giovanni, una fonte originaria che avrebbe potuto mettere in discussione la figura di Gesù. Tracce di questo scritto sono rimaste nei libri sacri degli appartenenti a una setta gnostica. Dei giovanniti.

Gesù e Giovanni Battista, i rivali. I discepoli di Giovanni fuggiti dalla Palestina – Giuseppe Flavio colloca la migrazione nel 37 d. C.- per poi stabilirsi ad Harran, nell’odierno Iraq, avevano conservato il messaggio del loro maestro e lo tramandarono in una serie di testi religiosi. Questi giovanniti si definivano coloro che possedevano la Conoscenza.

Il personaggio Gesù „creato“ dagli evangelisti sul modello di Giovanni

Molti episodi della vita di Giovanni appaiono nei loro testi e confermano il fatto che i quattro evangelisti abbiano usato stralci della vita del predicatore del deserto adattandoli a episodi chiave della vita di Gesù: la nascita miracolosa, il battesimo, la fuga dinanzi all’infanticidio di Betlemme. Tutte scene, queste, che originariamente facevano parte della vita di Giovanni. Qualche traccia di queste manipolazioni si trova negli Apocrifi. Il Vangelo di Giacomo, ad esempio, racconta l’infanticidio di Betlemme come episodio occorso al piccolo Giovanni Battista e a sua madre Elisabetta.

Giovanni Battista battezza Gesù. Mosaico medievale. Cappella Palatina, Palermo.

Giovanni Battista battezza Gesù. Mosaico medievale. Cappella Palatina, Palermo.

È per tal motivo che i giovanniti odiavano i Cristiani? Perché questi ultimi si erano impadroniti di importanti episodi della vita di Giovanni per crearne una ad hoc per il loro Maestro? Oppure si nasconde qualcosa di ancor più grave dietro al rancore di questi giovanniti? Delle persecuzioni ? Che mai fece Gesù di tanto abbietto? E ancora: stiamo parlando di religione o di politica? Certamente di entrambe, poiché religione e politica erano ai tempi di Gesù tutt’uno. Indivisibili.

Le accuse che emergono dagli scritti dei giovanniti sono sicuramente molto gravi. Una di esse fa pensare che abbiano subito da parte dei protocristiani una vera e propria persecuzione che spiegherebbe la loro fuga dalla Palestina. Per loro il vero Maestro di Luce fu e rimane Giovanni in Battista. La comunità gnostica, duramente decimata dai secoli e le repressioni, vive ancora oggi in Iraq e ancora oggi pratica i riti battesimali di Giovanni, predicatore apocalittico.

Giovanni Battista, olio su tavola. Leonardo da Vinci, 1510- 1515. Louvre.

Giovanni Battista, olio su tavola. Leonardo da Vinci, 1510- 1515. Louvre.

Le parole ammonitrici del noto nazoreo ricordano senz’altro l’esoterica essena , quella dei Figli della Luce che combattono contro la Tenebra, quella della via della Legge che si impara attraverso rituali magici praticati dai “fratelli puri” nel cuore del deserto.
Invece all’immagine elitaria essena della Conoscenza raggiunta solo da pochi eletti e delle immersioni nei bacini d’acqua riservati esclusivamente ad alcuni membri della comunità, l’innovatore Giovanni contrapponeva il suo battesimo universale, accessibile a tutti senza distinzione sociale o di sesso, accessibile a chiunque volesse raggiungere Dio.
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio conosceva il personaggio del Battista molto bene, ne schizzò un ritratto. L’apostolo Paolo di Tarso conosceva personalmente Giacomo, il fratello di Gesù, e dalle sue epistole possiamo ben immaginare un ebreo rigoroso e pio, di certo in contrasto con l’ellenizzato Paolo. Solo Gesù, in questo trittico, rimane la figura più misteriosa, l’uomo in ombra, di cui quasi nulla si sa.
Gesù, discepolo e poi rivale di Giovanni che, in seguito alla diffusione dei Vangeli canonici, alle prediche paoline e alla millenaria opera di insabbiamento della Chiesa Cattolica, è divenuto più importante del suo maestro.
Eppure la tradizione eretica giovannita non è rimasta confinata all’Iraq. Nel corso dei secoli è giunta in Europa, tramandata segretamente da pochi iniziati. Una cerchia particolare dell’Ordine del Tempio praticava questa dottrina proibita. Il simbolo dei giovanniti è l’indice alzato del Battista che ricorre nelle opere di grandi maestri, primo fra tutti Leonardo da Vinci. Per gli iniziati il dito alzato di Giovanni non indica la venuta di Gesù, bensì la seconda verità: la via segreta della gnosi.

Ma chi erano questi giovanniti? E che cosa raccontano di Gesù e Giovanni i loro testi sacri?

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Per approfondire il tema, vedi il mio saggio “L’Eresia Templare”  incentrato sulla storia del Tempio e l’eresia giovannita

 

 

e il saggio “Il Serpente Rosso” che tratta l’eresia giovannita e i suoi collegamenti con le società segrete.

Video della RAI sul Giovanni Battista di Leonardo da Vinci.

Video del San Giovanni di c6.tv.

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