L’ultimo viaggio di una ragazza dell’Età del Bronzo

 

 

1921. Scoperta di un tumulo funerario nei pressi di Egtved, Danimarca. E una ragazza sepolta là sotto. L’avevano adagiata in un tronco di quercia appositamente svuotato. Epoca del bronzo. A lungo si pensò che le radici di questa bella addormentata affondassero in Danimarca, ma i risultati delle ultime analisi, resi noti la primavera scorsa, hanno delineato un nuovo scenario: la ragazza di Egtved veniva dalla Germania meridionale. Prima di morire, la giovane donna intraprese un lungo viaggio che la condusse, dal cuore dell’Europa, sino alla Danimarca. Ma chi era? E perché si recò nelle brume del nord?

Capelli corti, orecchino e minigonna

Come spesso è accaduto e ancora accade, anche la sepoltura di Egtved fu scoperta per caso, durante i lavori di un contadino che intendeva rimuovere il colle situato su un terreno di sua proprietà. L’uomo si trovò dinanzi a un tronco di quercia lungo circa due metri e contenente resti di abiti, capelli e altri reperti antichi molto ben conservati. Purtroppo l’acidità del terreno circostante aveva distrutto le ossa della salma, ma l’impronta del corpo era rimasta a segnare per sempre la pelle di vacca su cui era stato adagiato.

Tumulo funerario in cui era stata sepolta la ragazza di Egtved. Foto: Einsamer-Schütze CC BY SA 3.0

Tumulo funerario in cui era stata sepolta la ragazza di Egtved. © Einsamer-Schütze CC BY SA 3.0

I risultati delle analisi individuarono i resti di una ragazza di 16 – 18 anni che misurava circa 1,60 m di altezza. I capelli castani erano di media lunghezza, più corti che lunghi, un orecchino di bronzo e diversi bracciali le ormavano il corpo. Gli abiti, in ottimo stato di conservazione, erano costituiti da tunica a mezze maniche e minigonna di lana, quest’ultima impreziosita da una cintura di tessuto con un bell’elemento ornamentale centrale bronzeo: un disco con incisioni a spirale. Un ramo di achillea, ultimo saluto di chi l’amava, le giaceva accanto. Dopo averla deposta in posizione supina sopra la pelle di vacca, la coprirono con una coperta di lana. Infine posero il pesante “coperchio” di quercia a sigillare la bara della bella addormentata che dormì ben più a lungo di quella delle favole. Il suo sonno era durato almeno 3000 anni.

Ricostruzione dell'aspetto della ragazza. Un abbigliamento sorprendentemente moderno. Dalla cintura pende il misterioso disco con le incisioni a spirale.

Ricostruzione dell’aspetto della ragazza. Un abbigliamento sorprendentemente moderno. Dalla cintura pende il misterioso disco con le incisioni a spirale.

Ma chi era la giovane donna? Perché fu oggetto di una sepoltura così accurata? Subito i reperti ornamentali del suo corredo funebre ispirarono l’immaginario collettivo. Il disco di bronzo con le spirali, quello che pendeva dalla cintura, fu interpretato come attributo di una sacerdotessa del sole. E poi c’era qualcos’altro accanto a lei. Dei resti enigmatici di un bambino. Un piccolo sacco di stoffa conteneva ossa bruciate di un bambino di 5 – 6 anni. Altri resti fossili del piccolo erano stati chiusi in un contenitore di legno di betulla deposto accanto alla testa della ragazza di Egtved. Perché? Il sarcofago di quercia, esaminato con la tecnica della dendrocronologia, fornì la data di sepoltura della ragazza: 1370 a. C. Soltanto questo si sapeva di lei fino a poco tempo fa.

Oggi, dopo l’accurato lavoro dell’archeologa danese Karin Frei e del suo team del Museo Nazionale di Copenaghen, sono venuti alla luce altri elementi interessanti. Karin Frei ha sottoposto denti, capelli, unghie e il tessuto degli abiti della defunta alle analisi agli isotopi. Così è stato possibile capire dov’era vissuta la ragazza di Egtved prima di morire. Poiché i capelli presentavano 23 cm di lunghezza e tenendo conto del fatto che la crescita di un capello è, in media, di 1 cm al mese, la corta chioma della ragazza poteva fornire utili informazioni sui suoi ultimi 23 medi di vita. A ciò si aggiungevano le tracce conservate nello smalto dei denti e nelle unghie, una sorta di archivio naturale in grado di rivelare il territorio di provenienza del soggetto esaminato. E poi c’erano gli abiti di lana di pecora. E quelle pecore non erano vissute in Danimarca, ma altrove.

Allora? I risultati di Karin Frei parlano chiaro. La ragazza di Egtved, seppellita 3400 anni fa, non era nata in Danimarca come si era supposto inizialmente, ma nell’odierna Germania meridionale. Nella Foresta Nera. Circa 15 mesi prima della morte, la giovane si trovava in Germania, poi era tornata in Danimarca per trattenersi lì circa due mesi, e poi di nuovo nella Foresta Nera; qui soggiornò per cinque mesi e, soltanto un mese prima della morte, andò nuovamente a Egtved. Per l’ultima volta. Un viaggio senza ritorno.

Centri culturali importanti dell’Europa occidentale

La ricostruzione di Frei ha quindi rivelato alcuni elementi di decisiva importanza. Innanzitutto i movimenti della ragazza di Egtved dimostrano che i lunghi viaggi non erano nulla di straordinario nei tempi antichi e che anche una giovane donna era in grado di spostarsi ripetutamente da un luogo all’altro, superando grandi distanze, soltanto nell’arco di pochi mesi. A ciò si aggiungeva il motivo alle origini dei suoi viaggi, e questo doveva essere strettamente legato alla funzione dei luoghi. La penisola di Jutland, in Danimarca, e la Foresta Nera in Germania. L’archeologo danese Kristian Kristiansen afferma:
“In quell’epoca la Germania meridionale e la Danimarca erano due centri importanti di potere dell’Europa occidentale, qualcosa di simile a dei regni.”

Sarcofago di legno di quercia. Museo Nazionale di Copenaghen

Sarcofago di legno di quercia. Museo Nazionale di Copenaghen

Non è da escludersi che la ragazza di Egtved avesse sposato un uomo dello Jutland per suggellare un’alleanza politica fra due clan di diversa provenienza. Ma è soprattutto l’esistenza di questi due centri di potere nell’Età del Bronzo ad aver risvegliato l’interesse degli studiosi. L’archeologo Johannes Müller dell’Università di Kiel ha dimostrato che in entrambi i territori vivevano all’epoca circa 300.000 abitanti, una concentrazione molto alta per quell’Europa arcaica. Diversi indizi inducono Müller a pensare che in Jutland e nella Foresta Nera si fosse già sviluppata un’identità culturale ben definita, che le popolazioni vivessero in strutture sociali gerarchiche dominate da capi e da una sorta di élite guerriera. Un tipo di società che contrastava con le comunità contadine sparse nelle altre regioni della Germania, di certo più sparute per numero e ancora prive di strutture gerarchiche identificabili.

Del resto anche la sepoltura della ragazza d Egtved induce a immaginare uno stato speciale in seno alla comunità danese, forse in seguito a un matrimonio importante, forse per sua stessa funzione. Se nella Germania centrale normalmente i morti dell’Età del Bronzo venivano seppelliti in fosse comuni, nella Germania settentrionale e meridionale (quindi anche nel territorio della Foresta Nera), così come in Danimarca, venivano innalzati tumuli per custodire le spoglie di individui importanti. Numerose sono le tombe ritrovate che ospitavano dei capi guerrieri sepolti accanto a splendide spade e donne di rilievo accompagnate da un corredo funerario di tutto rispetto.

Reperti originali perfettamente conservati nel sarcofago. Museo Nazionale di Copenaghen. Foto: Sven-Rosborn CC BY SA 3.0

Reperti originali perfettamente conservati nel sarcofago. Museo Nazionale di Copenaghen. © Sven-Rosborn CC BY SA 3.0

Secondo Müller, i due centri di potere situati nella Foresta Nera e nello Jutland vivevano principalmente di commercio. Il prodotto chiave esportato dalla Danimarca era l’ambra, all’epoca molto richiesta a partire dalla Germania per arrivare sino alla Grecia e al Medioriente. In cambio, i Danesi importavano il bronzo dei Micenei. Un metallo di primaria importanza. E la Germania meridionale era situata nel mezzo di questa rete commerciale. Le genti della Foresta Nera avrebbero approfittato della loro posizione strategica per sviluppare la propria cultura, probabilmente tramite gruppi di viaggiatori che trasportavano i prodotti da un luogo all’altro.

Il mistero del bambino

E le ossa del bimbo sepolto insieme alla ragazza di Egtved? Non è possibile dare una spiegazione certa a questa piccola presenza. Il bambino era stato cremato e non è possibile stabilirne il sesso. Data la giovane età della defunta e quindi la scarsa probabilità che potesse essere diventata madre già cinque o sei anni prima della morte, sarebbe più credibile che si sia trattato di una vittima sacrificale. Ma è solo un’ipotesi. Forse un’offerta relazionata alla funzione speciale della ragazza in seno alla società danese? L’ipotesi avanzata da alcuni archeologi che tendono a identificare la morta di Egtved con una sacerdotessa del sole, potrebbe corrispondere al vero.

Ricostruzione della gonna e dell'ornamento a forma discoidale con le incisioni a spirale appeso alla cintura.. Museo del sito archeologico di Egtved. Einsamer-Schütze CC BY SA 3.0

Ricostruzione della gonna e dell’ornamento a forma discoidale con le incisioni a spirale appeso alla cintura.. Museo del sito archeologico di Egtved. © Einsamer-Schütze CC BY SA 3.0

Anche Karin Frei la pensa così. Soprattutto a causa del disco bronzeo con le incisioni a spirale, ma anche per la foggia particolare dell’abbigliamento che sembrerebbe aver fatto la sua apparizione in Europa soltanto in quel periodo ed essere stato legato a funzioni religiose. Nella località di Grevensvaenge, in Seeland, sono state ritrovate, infatti, piccole figure femminili scolpite nel bronzo che rivestivano particolare importanza durante le celebrazioni di riti nell’ambito di un culto solare e indossavano lo stesso abbigliamento della ragazza di Egtved. Alcuni esperimenti di una danzatrice danese hanno rilevato l’importanza del disco bronzeo appeso alla cintura della morta, un disco che durante i movimenti della danza “catturava” la luce del sole producendo affascinanti effetti visivi.

Ricostruzione della corta tunica, si potrebbe definire una maglietta, che portava la ragazza. Museo del sito archeologico di Egtved. Foto: Einsamer-Schütze CC BY SA 3.0

Ricostruzione della corta tunica, si potrebbe definire una maglietta, che portava la ragazza. Museo del sito archeologico di Egtved. © Einsamer-Schütze CC BY SA 3.0

A ciò si aggiunge la presenza di resti di una bevanda alcolica individuati in un contenitore di legno di betulla deposto ai piedi della ragazza. E le bevande alcoliche venivano consumate soprattutto durante le cerimonie religiose, allo scopo di facilitare lo stato di trance dei sacerdoti. Era forse una sacerdotessa, la giovanissima ragazza di Egtved che fu sepolta in un giorno d’estate di 3400 anni fa in una bara di quercia? Una danzatrice sacra? E quale segreto si nasconde nei resti fossili del misterioso bambino? Un figlio perduto, oppure un piccolo compagno per il viaggio più lungo, quello interminabile nell’oltretomba.

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