L’ispiratore dell’Ordine del Tempio
I Templari e Bernardo di Chiaravalle: dei monaci guerrieri e un abate. Che verità si nasconde dietro questo binomio contraddittorio? I Templari fondatori non si impegnarono militarmente durante il loro primo, lungo soggiorno a Gerusalemme (nove anni). D’altra parte vi erano già altri ordini molto più numerosi e, all’epoca, più ben organizzati per questo. I nove Cavalieri si trattennero nelle vicinanze del Tempio e, secondo autori più tardi, svolsero lavori di costruzione e restauro, allestendo anche un cimitero.
È difficile rendersi conto di quale innovazione presentasse all’inizio del XII secolo un ordine di monaci-guerrieri come quello dei Templari nella cattolica Europa. L’idea di una sintesi tra l’elemento cavalleresco e quello monastico era rivoluzionaria e del tutto sconosciuta fino alla fondazione dell’Ordine.
Nell’universo della società medievale europea figuravano le tre classi del popolo, i cavalieri/nobili e il clero, ma i Templari superavano questa rigida spartizione, presentandosi monaci e guerrieri allo stesso tempo.
Tale fatto suggerisce scenari differenti: un influsso mediorientale dovuto alle Crociate in Terrasanta, laddove i monaci-guerrieri presso i musulmani erano una presenza familiare; e un influsso del clero occidentale colto che, guardando al modello musulmano, intendeva creare una classe religioso-militare d’élite.
Quindi si pone la domanda: può essere che la fondazione dell’Ordine del Tempio sia derivata dall’incontro tra Hugues de Champagne (zio di Hugues de Payns) e Stephan Harding, il priore dell’abbazia di Citeaux? Se questo è vero, allora diventa più chiara la posizione del cistercense Bernardo di Chiaravalle, che fu un discepolo di Harding e divenne, più tardi, il padre spirituale dell’Ordine del Tempio.
Sappiamo che Bernardo di Chiaravalle collaborò nella redazione di un discorso di apertura da presentare al Concilio di Troyes e aiutò Hugues Payns nella compilazione del primo statuto templare. Al Concilio di Troyes, che ebbe luogo il 13 gennaio 1129 (ma secondo gli antichi calendari 1128, poichè l’inizio dell’anno cadeva nel mese di marzo) erano presenti Stephan Harding e Bernardo di Chiaravalle, un legato papale, diversi abati, alcuni nobili, due arcivescovi, Hugues de Payns e, ovviamente, alcuni templari.
Le regole, di cui possediamo due versioni, quella francese in lingua d’oil e quella latina, si componevano originariamente di 72 articoli. Riguardavano tutti gli aspetti della vita templare, nella battaglia e nel convento, seguendo le rigorose prescrizioni benedettine. Interessante è che non appaia nulla, nello statuto, che si riferisca allo scopo di proteggere le rotte dei pellegrini in Terrasanta. Il che farebbe pensare a un diverso obiettivo principale alla base della presenza templare a Gerusalemme.
Delle regole dell’OrdineTemplare ci sono pervenuti soltanto tre esemplari: il primo, in lingua francese, è stato trovato a Dijon. Ma sappiamo che ogni provincia templare conservava nel suo archivio gli statuti.
Già nel 1127, prima del Concilio di Troyes, Hugues de Payns aveva iniziato una serie di viaggi attraverso l’Europa allo scopo di reclutare nuovi monaci-guerrieri. Grazie all’appoggio di Bernardo di Chiaravalle, ebbe un enorme successo. Infatti, nonostante l’assedio di Damasco del 1129, cui presero parte i Templari, fosse finito con una sconfitta dell’esercito cristiano, la voce di Bernardo si levò a difendere l’Ordine e, nel 1130, il cistercense redisse il famoso trattato De laude novae militiae, in cui egli confermò l’importanza e la necessità dell’ Ordine agli occhi della Cristianità.
Con Bernardo e per Bernardo
Bernardo di Chiaravalle elevò i Templari a veri e propri martiri, a soldati di Cristo. La Laude consacrò definitivamente la funzione di monaci-guerrieri e ripristinò l’onore dell’ Ordine. Il De laude recitava:
“Non hanno proprietà personali, nemmeno la loro stessa volontá gli appartiene. Sono vestiti semplicemente e coperti di polvere, la faccia bruciata dal sole, lo sguardo orgoglioso e duro: prima della battaglia si armano interiormente con la forza della fede ed esternamente con il ferro, il loro unico gioiello è la loro arma, e se ne servono coraggiosamente anche davanti al pericolo più grande, non temendo né il numero né la violenza dei barbari. La loro unica fede è rivolta a Dio e quando combattono per lui cercano la vittoria sicura o la morte con onore. O vita felice, se si può andare incontro alla morte senza timore, anzi la si desidera e la si accoglie con gioia!”
Bernardo di Chiaravalle era un uomo molto potente, poiché la sua voce erudita e rigorosa teneva sotto scacco addirittura il Papa. Maestro della retorica e grande predicatore che faceva commuovere e tremare le folle, Bernardo era uno studioso di testi sacri e sicuramente fu influenzato dal cristianesimo dei monaci Culdei, nel cui ambiente era stato educato il suo maestro Stephan Harding. Ma anche gli influssi di Oltremare devono aver influenzato il suo pensiero, gli scritti dei grandi saggi musulmani che all’epoca venivano tradotti sia in Spagna che in Francia e riguardati con grande venerazione.
Tutto ciò si rispecchia nella struttura dell’Ordine del Tempio. Già nella versione latina delle Regole templari troviamo un indizio che ci collega all’Oriente: il titolo della persona che si trovava a capo dell’Ordine, Gran Maestro. Tale titolo appariva nel mondo cristiano per la prima volta, mentre esisteva da secoli presso la Confraternita dei Costruttori, in Oriente.
Quest’ordine fu fondato in Irak nell’800 d. C. dall’esoterico Maaruf Kharki, allo scopo di raggiungere la conoscenza gnostica attraverso lo studio approfondito dei quarantadue trattati del dio egizio Thot. Si trattava di una confraternita non religiosa e apolitica che seguiva una tradizione orale ed era strutturata in 4 gradi: apprendista, compagno, maestro e iniziato. Così come per i Templari, anche per i Costruttori il Tempio salomonico rappresentava la perfezione da raggiungere. Una coincidenza? Sicuramente no, e di certo Bernardo di Chiaravalle conobbe quest’ordine mediorientale che, alla sua epoca, era di casa in tutto l’Oriente musulmano.
Per approfondire il tema Graal e Templari, rimando alla lettura del mio saggio „L’Eresia templare“ edito da Venexia Edizioni, 2008.
[…] e ripensamento nei riguardi del catarismo di per sé, è una lettera di Everwin von Steinfeld a Bernardo di Chiaravalle, scritta tra il 1143 e il 1144. Everwin aveva interrogato personalmente alcuni degli eretici ed, […]
Ho sempre pensato che le abbazie cistercensi fossero la continuazione dei templare dopo la loro so pressione ad opera di Filippo il bello