Portali del sole di 7000 anni fa
Il Cerchio di Goseck, osservatorio solare costruito nel 4.900 a. C., si trova a poca distanza dal luogo di ritrovamento del disco del cielo di Nebra, nella regione tedesca di Sachsen-Anhalt. Un territorio in cui sono stati portati alla luce importanti reperti del Neolitico. Due palizzate concentriche provviste di tre vie di accesso (portali) sono state ricostruite sulla base dei reperti in loco. Il Cerchio di Goseck è testimone delle conoscenze raggiunte dagli antenati europei in un’epoca che precedette quella delle grandi culture del Levante.
Il Cerchio scoperto a volo d’uccello
Alcuni popoli costruivano con la pietra, altri con i mattoni crudi, altri ancora con il legno. E se certi materiali si conservano per sempre (come la pietra) oppure più a lungo, il legno è purtroppo soggetto a veloce deterioramento. Gli edifici fatti di legno sembrano svanire per sempre nella polvere dei secoli, come non fossero mai esistiti. Si può pensare, contemplando certi paesaggi verdi di campagna apparentemente vergini, che questi luoghi non siano mai stati toccati dalla mano dell’uomo. Invece non è così. Le culture ci sono state, ma hanno usato materiali velocemente deperibili. È questo il caso del complesso di Goseck.
Un sito scoperto grazie all’archeologia aerea. Perché ciò che sfugge allo sguardo di chi sta con i piedi per terra, può invece essere individuato facilmente dall’alto, passando sopra il paesaggio a volo d’uccello. Tracce più scure sul terreno brullo. Cerchi concentrici dove non dovrebbe esserci nulla. L’eco del passato. La percepì nel 1991 l’archeologo Otto Braasch, sorvolando la regione a nord-ovest della città di Goseck. Nel 1999 furono eseguite ulteriori riprese dall’alto e delle analisi geomagnetiche in loco, di modo da poter cartografare l’area interessata.
Gli scavi ebbero luogo sotto la direzione dell’archeologo Francois Bertemes dell’Istituto di Archeologia Preistorica dell’Università Martin Luther di Halle. Nel 2002 venne alla luce il portale sud-est del cerchio di Goseck e parte del circolo di palizzata esterno. Si trovarono inoltre cocci di ceramica decorata a punzone, resti di una casa lunga e la tomba di un bambino con due recipienti di ceramica lineare. Poi, nel 2003, si portarono alla luce altre parti del complesso, incluso il portale sud-est. Gli scavi permisero di recuperare all’esterno delle palizzate ossa di bovini, soprattutto crani, e anche ossa umane. Queste erano state ripulite con cura, il che potrebbe indicare la presenza di vittime sacrificali oppure anche sepolture secondarie. Infine, nel 2005, è stato ricostruito l’intero Cerchio, oggi accessibile ai visitatori.
Secondo le analisi al carbonio, la costruzione di Goseck risale al 4900 a. C., datazione confermata dalla presenza, nelle immediate vicinanze, di reperti di due tipologie diverse di ceramica: quella lineare più antica e quella a punzone più „recente“. Quest’ultima dimostra che il Cerchio di Goseck rimase in funzione sino al 4700 a. C. Inoltre, a circa 1 chilometro di distanza dal complesso sacro, è stato scoperto un insediamento neolitico. Si tratta di un villaggio sorto 7000 anni fa, appartenente alla Cultura della ceramica lineare.
Osservatorio astronomico e luogo di culto
Il Cerchio di Goseck è situato su un altopiano che domina la valle del fiume Saale. È costituito da un fossato dal diametro di circa 71 metri e provvisto di tre portali d’accesso che sono posizionati a nord, a sud-ovest e a sud-est. All’interno della zona delimitata dal fossato, sono rimaste le tracce di due circoli concentrici fatti di palizzate di legno (oggi ricostruiti), il cui diametro misura rispettivamente 56 metri e 49 metri. All’interno del Cerchio non sono stati individuati, invece, resti di ulteriori costruzioni.
L’archeologo Wolfhard Schlosser, il quale ha esaminato dal punto di vista astronomico anche il disco del cielo di Nebra, ritiene che i due portali posizionati a sud, osservati dal centro del Cerchio, siano orientati in direzione della levata e del tramonto del sole durante il solstizio invernale del 4800 a. C. Mentre il portale nord è orientato verso l’omonimo meridiano astronomico. Di conseguenza è probabile che il Cerchio sia stato un osservatorio, atto a calcolare il solstizio d’inverno. L’osservazione del cielo eseguita da un altro punto della palizzata ha poi rivelato a Schlosser la possibilità di calcolare, tramite il Cerchio, anche il solstizio d’estate. Le analisi dell’archeologo sono state coadiuvate da un sistema di misurazione satellitare su base di GPS.
Dunque si tratta di un osservatorio astronomico di ben 2000 anni più antico di Stonehenge. Dobbiamo inoltre immaginare che la conformazione stessa del Cerchio indica la sua funzione di luogo d’incontro e di culto di quelle genti del Neolitico, forse fu anche usato come recinto per gli animali d’allevamento. Le costruzioni di questo tipo (dette comunemente: fossato circolare) hanno iniziato a diffondersi nell’Europa centrale a partire dal 4.900 a. C., di pari passo con la Cultura di Lengyel, sviluppatasi in territorio slovacco-ungherese. Da quell’area geografica, l’idea del fossato circolare si diffuse poi in direzione ovest. Seguendo il corso dei fiumi Danubio ed Elba, raggiunse l’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia e infine la Germania. In tutte le zone sopracitate sono stati rilevati complessivamente 120- 150 complessi del tipo Cerchio di Goseck.
Le genti dei fossati circolari: Cultura della ceramica lineare
Solitamente queste costruzioni consistono in 1 – 3 fossati concentrici di forma circolare oppure anche ellittica dal diametro di 40 – 300 metri. Nel caso di Goseck si tratta, come abbiamo visto, di un fossato del diametro di 71 metri. La sezione dei fossati è quasi sempre a U, e la loro larghezza varia dai 4 ai 10 metri, mentre la profondità può raggiungere 3 – 6 metri. All’interno dei fossati si ergevano cerchi di palizzate di legno. Talvolta lo spazio centrale sacro era privo di edifici – come nel caso di Goseck – talvolta si sono rilevati invece resti di costruzioni di legno. In ogni caso i complessi circolari erano sempre situati a una certa distanza dall’abitato e spesso situati in cima a colline.
Sono complessi tipici della Cultura della ceramica lineare, di genti che vivevano nelle “case lunghe” suddivise in diversi clan, insediati l’uno a breve distanza dall’altro. Tra i centri abitati, che erano costituiti da una decina di case lunghe (talvolta anche da singole abitazioni rotonde), si stendevano dei terreni boschivi. Le case lunghe occupavano una superficie di circa 40 x 8 metri. Le pareti erano fatte di fango e materiale intrecciato sostenuto da pali di legno, il tetto di paglia o giunco. Di solito questi edifici erano orientati in direzione nord-ovest/sud-est.
Diversi tipi di sepoltura caratterizzano la Cultura della ceramica lineare. Tombe isolate, sepolture collettive, incinerazione. Le sepolture presentano individui deposti in posizione fetale con lo sguardo rivolto verso sud oppure a est, sistemati nella fossa con i loro abiti e provvisti di corredo funerario. Accanto alle salme sono stati trovati oggetti ornamentali di conchiglia provenienti dal Mediterraneo e dall’Egeo, che testimoniano uno scambio commerciale con genti di Paesi abbastanza lontani. Anche oggetti di osso, macine litiche, punte di freccia, recipienti di ceramica e colori naturali. Interessante è l’uso della sepoltura secondaria, per cui i morti dopo un certo periodo venivano disseppelliti e poi nuovamente sepolti in altro luogo. Nel sito neolitico tedesco di Herxheim, in particolare, le ossa dei defunti presentano anche segni di raschiamento e cottura dovuti probabilmente a pratiche di riti funebri. Così il Cerchio di Goseck ci conduce a ritroso nel tempo, in un passato di quell’antica Europa ancora tutta da scoprire.
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