Origini e sviluppo di una società segreta

 

 

Il Priorato di Sion. Divenuto celebre dal giorno alla notte grazie al best seller di Dan Brown “Codice da Vinci”, il Priorato è come l’araba fenice: che vi sia, ognun lo dice; dove sia, nessun lo sa. Tanto per citare Pietro Metastasio. In particolare il termine Sion ha generato una grande confusione: da una parte con l’Ordine di Sion medievale fondato in Terrasanta, dall’altra con i famigerati Protocolli dei savi di Sion redatti a fine Ottocento. E bisogna subito precisare che i Protocolli non hanno nulla a che fare con il Priorato.

 Il Priorato: una società segreta (ma poiché la sua esistenza è nota ormai a tutti, sarebbe meglio dire discreta) che ha visto la luce soltanto nel 1956, per opera del francese Pierre Plantard. E Plantard chi era? Come possiamo definirlo? Un disegnatore industriale, come si presentava lui stesso ufficialmente? Un ermetista, come si palesava nei suoi scritti esoterici? L’eminenza grigia di un potere occulto, impenetrabile, eppure sempre presente dietro gli avvenimenti storici francesi del XX secolo? Insomma, cosa sappiamo di lui?

 Nato a Parigi nel 1920, Pierre Plantard non deve aver avuto un’infanzia facile. Rimase molto presto orfano di padre, e la madre fu costretta a fare la cuoca per mantenere la famiglia. Ma il caso volle che proprio uno dei datori di lavoro della madre, la facoltosa veggente Geneviève Zaeppfel, prendesse il teenager Pierre sotto la sua protezione e lo iniziasse poco a poco ai misteri dell’occulto. Bisogna dire che questa donna era all’epoca molto nota nel milieu degli studiosi di scienze occulte e che le sue sedute spiritiche organizzate nella parigina Avenue de Wagram costituivano il punto d’incontro di personalità importanti, provenienti dagli ambiti più disparati.

 In un secondo tempo, il mentore del giovane Plantard fu l’ermetista Georges Monti, un fosco avventuriero che aveva studiato presso i Gesuiti. Grazie alle sue doti di perfetto intrigante, Monti intraprese un’ascesa sociale di tutto rispetto in seno ai circoli esoterici più importanti dell’epoca. Almeno fino al momento in cui gli intrighi da lui operati nelle società segrete lo portarono a una squallida morte per avvelenamento. Georges Monti morì da solo, in una camera di albergo. Penso che proprio quest’uomo, subito dopo la Zaeppfel, sia stato per Plantard la chiave di accesso alle società segrete e alla posizione influente raggiunta dal giovane. Soprattutto se consideriamo che Plantard si ritrovò, appena ventenne, alla direzione di un giornale, Vaincre. Firmava i suoi articoli con lo pseudonimo di Pierre de France.

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Antica mappa della città di Gerusalemme, Biblioteca di Cambrai 1140-1170. In basso a sinistra è visibile la chiesa di Nôtre Dame de Syon, sulla montagna.

 Lui, un ragazzo che non era riuscito a finire gli studi di archeologia per mancanza di mezzi e aveva dovuto iniziare a lavorare come sacrestano in una chiesa parigina, lui che girava sempre con pochi soldi in tasca, improvvisamente era in grado di dirigere un giornale proprio, in cui scrivevano importanti esoteristi del suo tempo, personaggi molto più vecchi e autorevoli. E bisogna precisare che questa non fu la sola conquista giovanile di Plantard. In quel periodo il ragazzo era anche a capo della società segreta Alpha Galates, fondata nel 1936 da Georges Monti e il conte Henri de Moncharville. Si trattava di un’associazione preclusa agli ebrei e ai massoni. L’antisemitismo di Plantard, quindi, aveva già preso forma in quegli anni.

 A questo punto c’è da chiedersi: ma Pierre Plantard aveva raggiunto una posizione così influente in seno alle società segrete soltanto grazie all’appoggio di Zaeppfel e Monti, oppure anche per altri motivi a noi sconosciuti? Sappiamo, infatti, che già nel 1937 Plantard affermava di essere il conte di Saint- Clair. Si riferiva alla località di Saint- Clair-sur- Epte, a cinquanta chilometri da Parigi. Era una semplice invenzione per farsi più importante e impressionare chi entrava nel suo giro di amicizie o c’era del vero? Nemmeno i tre giornalisti anglosassoni Henry Lincoln, Michael Baigent e Richard Leigh (autori del best seller “Il santo Graal”) riuscirono a venire a capo del mistero.

Priorato di Sion e Stati Uniti d’Europa

 In ogni caso, i testi del suo giornale Vaincre parlano della formazione dei cosiddetti Stati Uniti d’Europa, dell’Ordine del Tempio come esempio principe della cavalleria cristiana nonché come custode del Graal, di un re sacerdote che aveva il compito di riportare la Francia alla gloria passata e infine del Graal, il cui simbolo in Vaincre era il Sacro Cuore di Gesù. Tutti elementi che affiorano, di quando in quando, nello strano affare di Rennes-le-Château. Anzi, se la storia del parroco milionario non fosse venuta alla luce dapprima in Francia grazie alla penna di Gérard de Sède, e poi in tutto il mondo grazie al best seller di Lincoln, Baigent e Leigh, non avremmo mai saputo nulla sull’esistenza del Priorato di Sion. Un’organizzazione che afferma di aver avuto le mani in pasta a Rennes-le-Château almeno a partire dal XVII secolo.

 Interessante è di certo il fatto che Plantard abbia acquistato, negli anni Settanta, diversi terreni proprio nei dintorni di Rennes. Altrettanto interessante è il fatto che, nonostante la sua luminosa carriera nell’occultismo sia stata bruscamente interrotta alla fine della Seconda guerra (i suoi amici caddero tutti in disgrazia al termine della dittatura fascista), quest’uomo sia ugualmente riuscito non solo a tenersi a galla, ma anche a vivere più che bene e a concedersi il lusso, nel 1956, di fondare una nuova società segreta, quella del Priorato di Sion.

 Chi lo aiutò nei periodi più difficili? Chi lo appoggiò nel suo passaggio repentino da mancato archeologo e sacrestano a facoltoso disegnatore industriale? Soltanto quattro anni prima della fondazione del Priorato, Plantard era stato arrestato nel tentativo di contrabbandare in Svizzera dell’oro per un valore di cento milioni di franchi la cui provenienza rimane sconosciuta. Nonostante Anne Léa Hisler, la prima moglie di Plantard, abbia affermato nel 1947 che suo marito era stato invitato dalle autorità svizzere a stabilirsi per qualche anno nel loro Paese. Senza precisare il motivo dell’invito. E fu proprio in Svizzera che il Priorato di Sion vide la luce nel 1956. Gli statuti furono depositati alla prefettura di Saint- Julien- Genevoise.

 Due anni più tardi, nel 1958, i membri del priorato depositarono il primo documento dei Dossier segreti alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Era il testo di Anne Léa Hisler che s’intitolava Rois et Gouvernant de la France, in cui venivano riportate per la prima volta le genealogie dei re merovingi in cui appariva, alla fine, il nome di Pierre Plantard. Il documento doveva provare la discendenza di questi dai Merovingi. Dopodiché seguirono altri testi redatti dagli autori del Priorato, talvolta firmati con pseudonimi e sempre depositati alla Biblioteca Nazionale di Parigi.

Il giornale Vaincre diretto da Pierre Plantard, il fondatore del Priorato di Sion.

Il giornale Vaincre diretto da Pierre Plantard, il fondatore del Priorato di Sion.

 I primi anni Ottanta videro la gloria di Pierre Plantard. Il best seller di Lincoln, Baigent e Leigh lo rese famoso in tutto il mondo e lo legò per sempre, definitivamente, all’affare di Rennes-le-Château. I tre autori erano convinti che esistesse un collegamento fra le vicende del parroco Saunière e il Priorato di Sion. Seguì una strana reazione di Plantard: anziché sfruttare il momento per apparire sui mass media accompagnato da trombe e fanfare quale ultimo discendente merovingio e re perduto di Francia, il mistagogo si ritirò sempre più dalla circolazione. Fino alla sua morte, avvenuta nel 2000, Pierre Plantard visse quasi nell’ombra.

 Una strana fine, che sarebbe dovuta essere anche la fine del Priorato di Sion, la sua creatura. Invece  proprio la segretezza di cui Plantard si era circondato fece del Priorato la società segreta immortale per eccellenza. A ciò ha contribuito non poco anche l’amico di Plantard ed ex segretario del Priorato, il misterioso Gino Sandri. Oggi questi si atteggia a portavoce della società segreta, ed appare talvolta in interviste, brevi filmati, conferenze in ambito esoterico. Descrive il Priorato come un’associazione internazionale di artisti e filosofi e intanto partecipa a congregazioni rosacrociane e logge massoniche. Dice e non dice, sorride con il sorriso della Gioconda.

 Questa la storia del moderno Priorato di Sion. Però Dan Brown ha messo ai lettori definitivamente la pulce nell’orecchio quando ha scritto all’inizio del suo romanzo queste poche righe:

 “Il Priorato di Sion, l’Ordine della Confraternita di Sion, fu fondato nel 1099 ed è una società segreta che esiste tutt’oggi. Nell’anno 1975 furono scoperti nella Biblioteca Nazionale di Parigi alcuni documenti che sono noti come Dossier Segreti e secondo i quali una serie di personaggi famosi appartenne al Priorato. Tra questi figurano: Sir Isaac Newton, Sandro Botticelli, Victor Hugo e Leonardo da Vinci.”

 Allora, viene da chiedersi, le origini di questo Priorato risalgono al 1099 oppure al 1956? E se si tratta semplicemente di un’invenzione del 1956, perché Plantard ha scelto proprio il nome Sion per la società segreta? Nonostante le sue chiare tendenze antisemite?

L’Ordine di Sion fondato da Goffredo di Buglione in Terrasanta

 È ovvio: appena si sente la parola Sion subito viene da pensare alla Terra Santa, alla religione ebraica. Eppure in origine l’etimo faceva parte di tutt’altre culture: l’assira e la babilonese. La denominazione più antica di Sion era Sin, nome di una divinità lunare maschile, il padre della dea Ishtar/Astarte. I Sumeri lo chiamavano Nannar. Centro di adorazione del dio Sin era la città mesopotamica di Harran, situata nell’odierno Iraq. Dal nome di questa divinità derivò quello di un’altura a sud-est di Gerusalemme, dove un tempo si ergeva una fortezza dei Gebusiti. Dopo la conquista della città da parte di re David (che fu seppellito proprio sulla montagna di Sion) probabilmente avvenuta intorno al 1000 a. C., sia il monte che il termine Sion entrarono a far parte della storia ebraica, laddove il secondo definiva il  luogo in cui viveva Jahve, dio degli Israeliti.

 Nella cultura ebraica, la montagna rappresentava il luogo di sepoltura di re David; per la Cristianità divenne il sito in cui era spirata la Vergine Maria, madre di Gesù. Tant’è vero che nel 405 d. C., in epoca bizantina, vi fu costruita la chiesa di Hagia Maria consacrata alla Madonna che nei secoli seguenti andò in rovina. E quando – nel 1099 – Goffredo di Buglione (Bouillon) conquistò Gerusalemme, questi fece erigere sul colle di Sion e sulle rovine dell’antica chiesa bizantina un nuovo edificio sacro sempre intitolato a Maria: Nôtre-Dame-du-Mont-Syon.

 Qui Goffredo istituì un ordine monastico, l’Ordine di Sion, che più tardi, dopo la riconquista musulmana di Gerusalemme, si convertì in priorato, stabilendosi prima in Sicilia a Caltanissetta e poi definitivamente in Francia ad Orléans. Il Priorato di Sion francese perdurò sino al XVII secolo, dopodiché fu sciolto dai Gesuiti. Questi i dati storici che sono avallati da ampia documentazione e possono essere tranquillamente verificati.

 Non esiste una prova concreta che dimostri la continuità fra il Priorato di Sion medievale e il Priorato di Sion moderno di Pierre Plantard. Esistono però collegamenti inquietanti fra confraternite segrete francesi che potrebbero, eventualmente, essere state gli epigoni del Priorato scomparso nel XVII secolo da Orlèans. Una di esse è la Compagnie du Saint Sacrement et de l’Autel, confraternita religiosa secentesca che di certo custodiva più di un segreto.

Per approfondire il tema, vedi il mio saggio „Il Serpente Rosso“.

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