Compagni di battaglia o fabbri del tempio?

 

 

Gli Shemsu-Hor, i compagni di Horus, erano nemici di Seth di Ombos. Questo dio, detto anche “il rosso” probabilmente per la sua affinità con le roventi sabbie del deserto, era l’eterno rivale di Horus. Rappresentato con la testa di canide (ancora oggi si dibatte sull’animale che Seth simboleggiava), fu descritto come una divinità dalla grande forza. Non per niente la forza fisica dei faraoni veniva spesso paragonata a quella di Seth.

Re Narmer

Re Narmer seguito da un portatore di sandali. Dettaglio della Paletta di Narmer, Museo Egizio del Cairo. Disegno di Sabina Marineo.

E dunque può essere che, come sostiene l’egittologo Walter Belz, il mito di Seth e Horus non sia altro che la trasposizione leggendaria delle lotte di due sovrani predinastici che rivaleggiarono per estendere i propri territori. Seth era forse, insieme con la potente dea del Neith di casa nel Delta, il portavoce di una cultura predinastica antecedente cui mise fine Horus. Interessante è anche la radice del nome di Seth che corrisponde a quella del nome egizio di Iside, Aset, e ha portato la ricercatrice svizzera Christa Wolf a formulare un’ipotesi ardita e tuttavia accattivante: forse questo Seth delle origini non era una figura maschile, ma femminile.

In tal caso la vittoria di Horus sul Delta rappresenterebbe anche la vittoria di una tribù patriarcale guerriera su una comunità matrifocale delle origini. D’altra parte Horus era detto „quello che giunse da lontano“, spesso anche semplicemente: il lontano. Da dove giunse questo signore guerriero che riuscì a vincere Seth e Neith, a sottomettere sia l’Alto che il Basso Egitto e a fondare una dinastia di semidei? Diversi elementi sembrano indicare la sua provenienza da un Paese straniero.

Nel Canone di Torino il regno di Horus è seguito da quello degli Shemsu-Hor, i Compagni di Horus. Molto si è dibattuto su questi personaggi. Probabilmente gli Shemsu furono i sovrani che seguirono il leggendario Horus sul trono delle Due Terre e che precedettero i re predinastici di cui abbiamo oggi conoscenza, quelli delle cosiddette “dinastie 0”.

tomba Peribsen Enclosure

Tomba di re Peribsen, Abydos. Fotografia storica.

Senza dubbio si trattava di capi guerrieri, perché dobbiamo pensare che il personaggio di Horus non è mai stato quello di una divinità pacifica. Horus era il dio della battaglia, armato di arpione o clava, pronto a infilzare il serpente Apophis che minacciava la barca di Ra e – sulla famosa Paletta di Narmer conservata al Museo Egizio del Cairo – a sgozzare i nemici di re Narmer con un mortifero colpo di grazia.

Considerando il problema dell’identità degli Shemsu, l’egittologo Walter Emery scriveva: “…verso la fine del IV millennio a.C. il popolo che è noto nei miti come Shemsu-Hor corrispondeva ad una classe di aristocratici che governava l’intero Egitto.” Mentre Wallis Budge, offrendo un’interpretazione propria e del tutto originale, tradusse il nome Shemsu-Hor con la definizione fabbri di Horus, preferendola a Compagni di Horus. E l’appellativo fabbri di Horus ci conduce alle misteriose officine del tempio di Edfu.

Edfu si trova nelle sabbie dell’Alto Egitto, non lontano da Kom-el-Amar. Dal Regno Antico alla fine dell’epoca faraonica, Edfu era la capitale del secondo distretto. Oggi è meta obbligatoria dei turisti in crociera, perché in questa cittadina sorge il complesso templare più ben conservato di tutto l’Egitto. Del resto la costruzione degli edifici fu iniziata soltanto nel 237 a. C., quindi in epoca relativamente recente in rapporto a molti altri monumenti. Re Tolemeo III posò la prima pietra. I lavori di costruzione, più volte interrotti, si protrassero sino al 70 a.C., anno in cui avvenne la consacrazione del tempio.

E sappiamo che nelle officine del tempio si lavoravano i metalli. Forse gli Shemsu Hor erano i fabbri che producevano le armi di Horus, il signore della guerra.

Per approfondire il tema dell’Egitto predinastico e protodinastico, rimando al mio saggio „Prima di Cheope“ edito da Nexus Edizioni, 2013.

 

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